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La Tosa: eccellenza e conoscenza per vini che parlano del territorio

Aggiornamento: 31 gen 2023


"Alle soglie del quarantesimo anno di attività l'azienda dei fratelli Stefano e Ferruccio Pizzamiglio si conferma faro per il territorio piacentino"

Slowine 2020


Stefano e Ferruccio Piazzamiglio, milanesi di nascita, scelgono di tornare nelle terre materne, tra i Colli Piacentini, per dedicarsi alla loro più grande passione: la viticoltura.

E’ un progetto che parte da lontano, quando Ferruccio decide di acquistare una casa nel comune di Vigolzone lontana dalla vita frenetica della città. Nel 1980 poi, l’acquisto di alcuni terreni confinanti su uno dei quali sorgeva un’antica cascina chiamata “La Tosa”. Un hobby, quello di coltivare la terra, che presto diventa professione. Così nel 1984 Stefano e Ferruccio abbandonano la città e solamente un anno dopo arriva la produzione delle prime mille bottiglie di Gutturnio fermo, che da subito delinea la personalità dell’Azienda, in controcorrente rispetto alla tradizione piacentina del vino frizzante, per valorizzare le caratteristiche e le sfumature del territorio.



Otto vini interpretano la natura e il territorio


L’Azienda sorge su un lembo di terra che separa l’imbocco di due valli, la Val Nure a est e la Val Trebbia a ovest, cinque chilometri di terroir argilloso ricco di minerali, uno tra i più antichi dell’intera regione. Diciannove ettari, tredici di proprietà e sei in affitto, suddivisi in sei vitigni: Malvasia di Candia Aromatica, Sauvignon, Ortrugo, Trebbiano Romagnolo, Barbera, Bonarda, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Un territorio che si racconta attraverso otto vini complessi, intensi e longevi prodotti secondo le regole dell’agricoltura biologica.


“Semplicità e profondità sono le nostre linee guida, verso un vino che non abbia bisogno di essere spiegato per essere apprezzato, perché è lo specchio puro e immediato, pur ricco di sfumature e prospettive, delle peculiarità del nostro paesaggio e di tutto ciò che vive nell’uva matura.”

Le etichette: racconti di cielo e di terra


Le etichette delle produzioni La Tosa sono un concentrato di artigianalità e poesia in cui la dimensione terrena si alterna a quella del racconto e del sogno. E’ Stefano, con la sua passione per i versi, a disegnarle.

I nomi e le immagini ricordano lo stretto legame che si instaura tra l’uomo e la natura, fatto di rispetto, equilibri, ma anche di inquietudine e attesa.

Così la Malvasia Sorriso di Cielo cita Platone “il vino riempie l’anima di coraggio dove cresce la vita ivi è sorriso di cielo, ivi è sorriso di uomo”; il Riodeltordo rappresenta la collina che si “tuffa” nel torrente Nure; Terrafiaba racconta di un uomo e del cielo.



L’importanza della storia


Uno dei capisaldi su cui si basa l’Azienda è la conoscenza del passato, interpretata come una linea guida fonte di spunti per il presente.

Ferruccio, grande appassionato dello studio di oggetti antichi, si è dedicato negli anni alla collezione di utensili legati alla tradizione contadina, testimoni di arti ormai dimenticate, oggi raccolti all’interno del “Museo del Vino Fernando Pizzamiglio”.



Il museo, unico per grandezza in tutta la regione, conta una collezione di oltre quattrocento oggetti ritrovati nella provincia di Piacenza e risalenti al secolo scorso. Un percorso guidato esplora le fasi della produzione del vino, dalla coltivazione dei vigneti fino all’imbottigliamento, attraverso materiale interattivo adatto sia agli adulti che ai bambini.



Pezzo forte della collezione un filtro a sacchi chiuso all’interno di un armadio per limitare l’esposizione all’ossigeno, unico nel suo genere.

L’atmosfera è suggestiva, in sottofondo antichi canti popolari accompagnano il visitatore alla scoperta di un mondo lontano.



“Il nostro lavoro non è solo produrre e vendere, ma anche offrire cultura a chi entra in contatto con la nostra realtà di contadini del terzo millennio.”

Oltre al museo è visitabile la biblioteca, altrettanto straordinaria, una delle poche in Italia dedicate a questo tema, a disposizioni di appassionati e studiosi che ricercano informazioni tra le pagine di antichi e inestimabili documenti.

Sono consultabili cinque raccolte che comprendono volumi italiani e francesi dedicati all’agricoltura, antiche grida e tavole didattiche sul vino, sulla costruzione delle barriques e la fabbricazione dei tappi, antiche mappe ottocentesche della provincia di Piacenza.



Nella foto l’”Etude sur le vin” di Jacques Pasteur del 1873.


Il gusto della tradizione emiliana


Sono Augusta e Elise, mogli di Stefano e Ferruccio, a dedicarsi con tenacia all’agriturismo de La Tosa. La prima scoppiettante, di origine emiliana, la seconda, Elise, francese, riservata e appassionata da sempre di cucina. Insieme propongono i sapori di casa con la volontà di ricordare anche i piatti tradizionali ormai scomparsi.


La cucina è infatti quella tipica piacentina con una grande ricerca sulle materie prime: molti dei prodotti sono a km 0, altri provenienti dalla stessa Val Nure o dalla provincia di Piacenza.

Iconici sono i tre Salumi DOP Piacentini, coppa pancetta e salame, e la Mariola (insaccato a base di suino) presidio Slow Food. Tra i primi hanno importanza particolare i Pin (i pieni), piatto originario dell’Appennino piacentino e dell’Alta Val Trebbia, soprattutto della zona di Cerignale. Una ricetta quasi dimenticata, oggi conservata e condivisa.


L’agriturismo offre uno sguardo completo sul territorio attraverso sapori e scoperte, in un ambiente accogliente arredato con oggetti della vita contadina.






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