Narra un’antica leggenda che Annibale, attraversato l’Appennino, sceso lungo la Val Trebbia, sconfitti i romani nella zona di Rivergaro, prima di ripartire con destinazione il Sud sostò nelle campagne intorno a Piacenza.
Fu l’occasione per affidare ai contadini che abitavano la zona di Gossolengo un grosso elefante ferito in battaglia. Il condottiero poi ripartì e l’elefante rimase ai contadini che, superato l’iniziale timore, si abituarono alla presenza di quello strano animale utilizzandolo per il lavoro nei campi o come mezzo di trasporto. In attesa qualche cartaginese tornasse a reclamarlo. Nessuno però si presentò e alla fine dell’elefante si perse memoria salvo essere rappresentato nello stemma comunale di Gossolengo. (fonte Arzyncampo - Claudio Arzani).
Era il 218 A.C., sono passati più di 2200 anni e grazie all'occhio attento del fotografo Paolo Guglielmetti Surus è stato ritrovato, gode di ottima salute anche se passa tutto il suo tempo ad oziare in mezzo al fiume. Del resto vista l'età è giustificato.
Ironia a parte quello che Paolo Guglielmetti ha "letto" nella sagoma della montagna sembra proprio un enorme elefante sdraiato.
Ci troviamo a Confiente, nel punto esatto della confluenza tra Aveto e Trebbia.
La zona è facilmente identificabile perché è sulla SS45 in corrispondenza della vecchia e abbandonata Casa Cantoniera dell'ANAS situata sull'ampia curva panoramica.
Se vi fermate a scattare foto prestate molta attenzione perchè è un punto critico dove non esiste praticamente parcheggio.
Surus si può raggiungere anche dal fiume. Si scende a Confiente (anche qui parcheggi praticamente inesistenti) e si procede camminando lungo il greto per qualche centinaio di metri verso monte fino alla confluenza tra Avete e Trebbia.
Esiste un'altro elefante (forse è il figlio di Surus), quello di #sansalvatore che spesso viene confuso con il vero Surus. È altrettanto bello ma molto più piccolo, parleremo di lui in un'altro articolo.