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Pietro Ballerini, titolare del Village Camping Ponte Gobbo, ci parla del turismo in Val Trebbia.

Aggiornamento: 12 mar 2023

Abbiamo incontrato Pietro Ballerini, titolare dello storico Campeggio Ponte Gobbo fondato dal padre Gianni nel lontano 1972.

Ai tempi il campeggio era situato sotto il Ponte Gobbo sulla sponda sinistra del Trebbia.

Nel 1981 si è spostato in quella che è la sede attuale, sulla sponda destra vicino a quelle che una volta erano le Terme di Bobbio.


Un'attività ricettiva storica della Val Trebbia che in questi 50 anni ha accolto decine di migliaia di turisti di ogni nazionalità, e anche una memoria storica che ci può raccontare molto approfonditamente com'è cambiato il turismo in questi anni e quali sono le prospettive future.

Pietro, oggi la tua attività non si chiama più Campeggio ma Village Camping Ponte Gobbo, cos'è cambiato?

- "L' accesso è’ riservato ai proprietari di bungalow che usufruiscono della struttura tutto l'anno, o per chi decide di affittare le nostre strutture per i 4 mesi estivi.

Le restanti piazzole sono riservate a qualche affezionato della tenda, che la piazza da noi a giugno e la toglie a settembre usufruendo di un abbonamento stagionale

Faccio alcune considerazioni per spiegare come sono cambiate le cose e come è maturata questa scelta.

Quando mio padre nel 1972 aprì l'attività le famiglie venivano con la loro tenda all'inizio dell'estate e se ne tornavano in città a settembre.

A quei tempi nelle famiglie lavorava solo il marito, le mogli accudivano i figli, e accadeva quindi che per tutta l'estate il marito andava al lavoro in città al mattino e tornava alla sera e si riuniva la famiglia. Si viveva in tenda per oltre 3 mesi non certo con le comodità che ci sono oggi.

Oggi le cose sono completamente cambiate, in Val Trebbia purtroppo assistiamo ad un turismo mordi e fuggi, le persone nella stragrande maggioranza dei casi si fermano una giornata o al massimo per il week end.

E tutto questo quasi esclusivamente nei mesi estivi.

Io ho fatto una scelta precisa, proporre un'offerta turistica che accoglie chi sceglie di trascorre più tempo in Val Trebbia. Questo credo che vada anche a beneficio di tutte le attività commerciali della valle".


Pietro, parlavi di turismo mordi e fuggi, quali sono secondo te i motivi?


- "Certamente le condizioni economiche attuali hanno "ristretto" molto le vacanze degli italiani, se parliamo di Val Trebbia però è altrettanto vero che non sappiamo essere sufficientemente attrattivi".

Cosa intendi esattamente?

- "Io posso parlare di Bobbio perché è una realtà che conosco bene, credo che negli anni abbiamo perso molto appeal. Nonostante siamo una città d'arte non abbiamo, con le debite proporzioni ovviamente, il flusso turistico di una città d'arte che si distribuisce nell'arco di tutto l'anno.

Se la gente viene prevalentemente d'estate è evidente che non viene per l'arte, viene per il Trebbia. E questo è un grosso limite.

San Colombano ci ha lasciato un'eredità incredibile che non stiamo "sfruttando" a dovere.

I lavori di manutenzione della SS45 certo non aiutano, sappiamo che è una strada complessa specialmente in certi tratti, indubbiamente sono interventi che devono essere realizzati per mettere in sicurezza le persone che la percorrono, forse però bisognerebbe evitare di avere cantieri aperti in estate. Il disagio creato a turisti e residenti è enorme e questo certamente non aiuta.


E poi c'è il discorso dei servizi. Oggi la gente è esigente, li richiede, prima di spostarsi e scegliere dove andare vuole sapere esattamente che cosa troverà.

Pensiamo alle terme, una miniera d'oro completamente abbandonata a se stessa. Oppure al comprensorio del Penice, anche quello utilizzato in minima parte.

Oggi la gente ha voglia di natura, di respirare aria pulita, di qualità della vita.

Noi che viviamo qui non ci rendiamo conto delle restrizioni che hanno subito le persone che vivono nelle grandi città durante il Covid".

Cosa pensi bisognerebbe fare?

- "Organizzare meglio l'accoglienza e dare più servizi legati allo sport, al benessere e al tempo libero.

E poi dobbiamo pensare al futuro partendo dai giovani, dobbiamo educarli ad avere "fame", ad avere voglia di fare, ad essere intraprendenti. Idee nuove, progetti.

Ci sono molti imprenditori che investirebbero volentieri in Val Trebbia. Attenzione, non sto parlando di consumo di suolo o di nuove cementificazioni.

In giro per il mondo vi sono tanti esempi di progetti ecosostenibili ad impatto ambientale zero".


Ricordiamoci che il Trebbia non sarà eterno, quello che per decenni è stato il sostentamento economico della valle tra qualche anno, temo tra pochi anni, non lo sarà più.

Se non corriamo ai ripari adesso con idee e progetti per rendere attrattiva la valle assisteremo ad uno spopolamento graduale".

Ringraziamo Pietro Ballerini, che altro aggiungere se non che siamo perfettamente d'accordo.


Appuntamento alla prossima intervista.

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